sabato 6 ottobre 2018

i fantasmi dei bambini che eravamo stati





Ricordi? Era una mattina come questa, di cielo chiaro e luce trasparente. L’inganno della primavera bisbigliava agli alberi le prime gemme sui rami. Ogni angolo della città gridava gioventù e bellezza. Ero partita all'alba, mentre andavo a piedi verso la stazione, otto chilometri dalla mia casa, non avevo incontrato una sola persona con i capelli grigi o bianchi. Prima della lunga strada che segnava il triangolo del confine occidentale, dovevo attraversare il pioppeto che era stato la foresta della mia infanzia. Poche foglie secche scricchiolavano al mio passaggio e nessuna foglia nuova si profilava dal ramo verso la fiamma dei lampioni.

Tra quegli alberi ormai giganteschi si rincorrevano ancora i fantasmi dei bambini che eravamo stati, dei bambini che alcuni sarebbero rimasti per sempre.

Elena Petrassi
In giornate identiche a nuvole


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