Massimo Recalcati
leggere è come amare
Anche in questo senso la lettura è un’attività dell’io che però implica sempre l’incidenza dell’inconscio: scopro attraverso il libro una parte di me di cui non avevo conoscenza; vedo attraverso il libro frammenti del mio essere che non avevo mai visto prima; oppure trovo nel libro le parole per dire quello che oscuramente vivevo e pensavo senza essere in grado di nominarlo.
È, se si vuole, l’evento meraviglioso di ogni incontro amoroso: poter essere un libro per qualcuno, farsi leggere e rileggere, diventare la superficie sulla quale si calamita lo sguardo dell’Altro, trasformare il corpo dell’amato in un libro. Essere, al tempo stesso, il lettore del libro e il libro letto.
Ecco il punto dove i piani dell’attività e della passività si ribaltano o, quanto meno, si confondono: non sono più “io” che leggo il libro ma è il libro che “mi legge”. Questo significa che, nell’incontro con un libro, incontro sempre una parte di me stesso, un punto di densità dove l’enigma più singolare e indecifrabile della mia esistenza viene toccato e in parte svelato, come se il “fondo” del soggetto – il suo inconscio – risalisse direttamente in superficie. Nell’esperienza della lettura – dal punto di vista dell’inconscio – il fantasma del lettore s’incrocia così con quello dello scrittore.
A libro aperto
Ciascuno legge con la propria lalingua (M.Recalcati)
Quello che succede e quello che non succede (J.Marias
Perchè uno legge (O.Pamuk)
Leggere i romanzi (A.Testa)
Non viè mare come un libro (E.Dickinson