sabato 8 ottobre 2016

una terra di strane donne sacrificali.

Edna O'Brien

– Come stai? – dissi. Lei disse che come potevo vedere era in gran forma, un po’ invecchiata, che i figli erano dei tesori e di avvisarla la prossima volta, cosí potevamo fare due chiacchiere. Non le dissi che mio marito mi aspettava in fondo alla strada, e ormai di sicuro guardava l’orologio dicendo: «Accidenti», e forse era sceso per lucidare o coccolare l’auto d’epoca che amava tanto. Dissi un altro sproposito: – Te li ricordi i vecchi tempi, Eily?
– Non molto, – disse lei.
– I bei vecchi tempi, – dissi.
– Cambia poco, – disse.
– Però è un peccato, – dissi.
– No, è una fatica, – disse. Il mio primo pensiero fu che le avessero bruciato i sentimenti a furia di medicine, che le avessero dato strane misture che oltre a sedare la follia le avevano spento l’entusiasmo.
 
Mi diede un bacio e mi mise l’acqua santa sulla fronte, spingendo a fondo, come se fosse pasta lievitata. Ci salutarono con la mano e mio figlio non poté ricambiare, oberato com’era dai tanti regali di cui sia Eily sia i figli l’avevano coperto.
 
Cominciava a gocciolare e tra la pioggia, l’acqua santa, il bagliore del sorbo rosso selvatico e pieno di vita, pensai che la nostra è proprio una terra vergognosa, una terra assassina e una terra di strane donne sacrificali.

Oggetto d'amore      ( Una donna scandalosa )
     Edna O'Brien

Edna O'Brien:

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