Passasti con quella luce in pugno!
Passasti con quella luce in pugno!
Dissi: “Non so, so molto poco dell’amore.
Giù c’è un abisso, lo conosco bene”.
Tu mi prendesti per la giacca,
metà del mio viso era già in ombra.
Dissi: “Corriamo, tu sarai la mia corsa.
Ti seguirò? Sono al tuo fianco adesso”.
Abbiamo corso, volato, qualche volta.
Di certo ci sono foglie secche,
qualcuno le calpesta, stridono in fondo al cuore.
Di certo la stanza è un rettangolo d’angoscia
e il buio completa la sua opera.
Ogni tanto sprofondo nel cappotto,
accelero il passo come fossi atteso.
Più spesso una voce mi precede. Sono in ritardo,
penso, hanno già chiamato!
Allora vorrei che mi afferrassi per il bavero,
che mi tirassi via, dove c’è luce.
Roberto Carifi
Passasti con quella luce in pugno!
Dissi: “Non so, so molto poco dell’amore.
Giù c’è un abisso, lo conosco bene”.
Tu mi prendesti per la giacca,
metà del mio viso era già in ombra.
Dissi: “Corriamo, tu sarai la mia corsa.
Ti seguirò? Sono al tuo fianco adesso”.
Abbiamo corso, volato, qualche volta.
Di certo ci sono foglie secche,
qualcuno le calpesta, stridono in fondo al cuore.
Di certo la stanza è un rettangolo d’angoscia
e il buio completa la sua opera.
Ogni tanto sprofondo nel cappotto,
accelero il passo come fossi atteso.
Più spesso una voce mi precede. Sono in ritardo,
penso, hanno già chiamato!
Allora vorrei che mi afferrassi per il bavero,
che mi tirassi via, dove c’è luce.
Roberto Carifi