sabato 28 marzo 2015

decisiva è la mia incapacità di arrivare al di là delle lettere

Franz Kafka dalle “Lettere a Milena”

(Milena Jesenka morta nel Campo di concentramento di Ravensbrück, 17 marzo 1944)


«Amore è il fatto che tu sei per me il coltello con cui frugo dentro me stesso»


« E’ già tanto tempo che non le scrivo, signora Milena, e anche oggi Le scrivo soltanto per caso: Veramente non dovrei neanche scusarmi se non scrivo , Lei sa come odio le lettere. Tutta l’ infelicità della mia vita – e con ciò non voglio lagnarmi, ma soltanto fare una costatazione universalmente istruttiva – proviene, se vogliamo, dalle lettere o dalla possibilità di scrivere lettere. Gli uomini non mi hanno forse mai ingannato, le lettere invece sempre, e precisamente non quelle altrui, ma le mie. Nel caso mio si tratta di una disgrazia particolare, della quale non voglio dire altro, ma nello stesso tempo anche di una disgrazia generale.
La facilità di scrivere lettere – considerata puramente in teoria- deve aver portato nel mondo uno spaventevole scompiglio delle anime. E’ infatti un contatto fra fantasmi, e non solo col fantasma del destinatario,ma anche col proprio, che si sviluppa tra le mani nella lettera che stiamo scrivendo, o magari in una successione di lettere, dove l’ una conferma l’ altra e ad essa può appellarsi per testimonianza. Come sarà nata mai l’ idea che gli uomini possano mettersi in contatto fra loro attraverso le lettere? A una creatura umana distante si può pensare e si può afferrare una creatura umana vicina, tutto il resto sorpassa le forze umane…»


«se tu volessi venire da me, se dunque volessi abbandonare tutto il mondo per scendere da me…non dovresti scendere, bensì sorpassare in modo sovrumano te stessa, in alto, oltre te stessa, talmente che dovresti forse dilaniarti, precipitare, scomparire (certo anche io con te). E tutto ciò per arrivare in un punto che non ha niente di allettante”


«ciò che tu sei per me, Milena, per me al di là di tutto il mondo in cui viviamo, non è detto nei quotidiani brandelli di carta che ti ho scritto» …


«decisiva è la mia incapacità di arrivare al di là delle lettere…e decisiva è la voce irresistibilmente forte, come dire la voce tua che mi esorta a stare zitto».



Questo incrociarsi di lettere deve cessare, Milena, ci fanno impazzire, non si ricorda che cosa si è scritto, a che cosa si riceve risposta e, comunque sia, si trema sempre.



“Tu mi appartieni, anche se non dovessi vederti mai più”
a Milena, 12. Juni 1920


Franz Kafka dalle “Lettere a Milena”

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