I. PIGMALIONE
Ti plasmerò
ma non avrai cuore per me
e resterò a guardarti in sogno
muta.
La linea perfetta
mi consuma il sonno,
la febbre del desiderio lima il marmo
della tua esile immobilità
e il mio amore è di pietra.
Attendo.
Attendo.
Prego
un respiro alla tua indifferente bellezza
di statua.
Parla, parlami questa notte
nelle mani graffiate d’attesa
lo scalpello febbrile
si muove sui tuoi occhi vuoti di dolcezza
per me.
Vivi.
Voglio sentire la tua voce vibrante
vedere i tuoi occhi acuti
Voglio stringere le tue calde forme
mordere le tue labbra pulsanti
Voglio annusare il tuo profumo carnale
mia bianca ossessione.
Guarda, guardami, l’alba mi opprime
e il tuo bacio non dato toglie il respiro.
Svegliati dal tuo incubo di giovane eternità
allora tra le nostre mani cadrà il velo del Tempo
e franerà l’abisso che ci divide.
Non condannarmi all’assenza
dall’alto d’un impossibile piedistallo
io ti ho creato di roccia dura e amore
svegliati e prendimi
in un abbraccio di sangue.
Simonetta Longo
Ti plasmerò
ma non avrai cuore per me
e resterò a guardarti in sogno
muta.
La linea perfetta
mi consuma il sonno,
la febbre del desiderio lima il marmo
della tua esile immobilità
e il mio amore è di pietra.
Attendo.
Attendo.
Prego
un respiro alla tua indifferente bellezza
di statua.
Parla, parlami questa notte
nelle mani graffiate d’attesa
lo scalpello febbrile
si muove sui tuoi occhi vuoti di dolcezza
per me.
Vivi.
Voglio sentire la tua voce vibrante
vedere i tuoi occhi acuti
Voglio stringere le tue calde forme
mordere le tue labbra pulsanti
Voglio annusare il tuo profumo carnale
mia bianca ossessione.
Guarda, guardami, l’alba mi opprime
e il tuo bacio non dato toglie il respiro.
Svegliati dal tuo incubo di giovane eternità
allora tra le nostre mani cadrà il velo del Tempo
e franerà l’abisso che ci divide.
Non condannarmi all’assenza
dall’alto d’un impossibile piedistallo
io ti ho creato di roccia dura e amore
svegliati e prendimi
in un abbraccio di sangue.
Simonetta Longo