domenica 27 dicembre 2015

(Avrei voluto iniziare come finisce Festa mobile di Hemingway.)


Il bambino mi sveglia:
- Sai da dove vengono le zanzare mammma?
- Da dove?
- Dalla doccia. Di girno stanno nella doccia e di notte ci pungono.

*

Tutto iniziò in un'altra città e in un'altra vita.Non posso scrivere quindi questa storia come vorrei, come se stessi ancora lì e fossi soltanto quell'altra persona. Faccio fatica a parlare di strade e di volti come se li stessi vedendo ancora ogni giorno. Non trovo i tempi verbali adatti. Ero giovane, avevo le gambi forti e magre
 
(Avrei voluto iniziare come finisce Festa mobile di Hemingway.)

Valeria Luiselli Volti nella folla, incipit
Quando dicevano: "È fantastico, Ernest, veramente. Non puoi immaginare quello che provo", io scuotevo la coda dalla gioia e mi tuffavo in quell'idea della vita intesa come una fiesta, per vedere se potessi riportarne qualche attraente pezzo di legno, invece di pensare: "Se piace a questi bastardi, che cos'ha che non funziona?". Era questo che avrei pensato se fossi stato un professionista, ma se fossi stato un professionista non glielo avrei mai letto.
 
Prima che venissero questi ricchi se n'erano già incuneati altri, fra noi, ricorrendo al più vecchio trucco del mondo. Quello per cui una ragazza nubile diventa temporaneamente la migliore amica di un'altra ragazza sposata, va a stare con lei e il marito e poi inconsapevolmente, innocentemente e inesorabilmente decide di sposare il marito. Quando il marito è uno scrittore e sta compiendo un lavoro difficile che gli ruba quasi tutto il tempo e per gran parte della giornata non è un buon compagno o amico di sua moglie, finché non ne conosci l'esito la situazione presenta dei vantaggi. Quando ha finito di lavorare il marito ha due belle ragazze a portata di mano. Una è nuova e sconosciuta, e se la fortuna non lo assiste finisce per amarle tutte e due.
 
Allora, invece di essere in due più il bambino, sono in tre. Da principio la cosa è eccitante e divertente e per un po' tutto procede bene. Tutte le cose veramente malvage nascono da un atto innocente. Perciò vivi alla giornata e ti godi quello che hai e non ti preoccupi. Menti e perciò ti detesti ed è questo che ti distrugge e ogni giorno si fa più pericoloso, ma vivi alla giornata come se fossi in guerra.
 
Era necessario che lasciassi Schruns e andassi a New York per ristabilire alcuni contatti con gli editori. Sbrigai le mie faccende a New York e quando tornai a Parigi avrei dovuto andare alla Gare de l'Est e prendere il primo treno in partenza per l'Austria. Ma la ragazza di cui allora ero innamorato era a Parigi, e non presi il primo treno, né il secondo, né il terzo. Quando rividi mia moglie ritta sulla banchina mentre il treno entrava in stazione sfiorando le cataste di traversine, desiderai di essere morto prima di aver amato un'altra. Sorrideva, aveva il sole sul bel viso abbronzato dalla neve, una figura stupenda, i capelli d'oro rosso, cresciuti per tutto l'inverno incolti, magnifici, e Bumby, ritto accanto a lei, biondo e paffuto e con le guance arrossate dal freddo, sembrava un ragazzino del Vorarlberg.
 
«Oh, Tatie» disse lei, quando la strinsi fra le braccia. «Sei tornato e hai fatto un viaggio così bello, così riuscito. Ti amo e mi sei mancato tanto.»
 
Anch'io l'amavo e non amavo nessun'altra e finché fummo soli ci divertimmo un mondo. Io lavorai bene e facemmo gite bellissime e pensavo che fossimo di nuovo invulnerabili, e fu solo quando lasciammo la montagna, a primavera inoltrata, per tornare a Parigi che ricominciò l'altra storia.
 
Quella fu la fine della vita a Parigi. Parigi non sarebbe mai più stata la stessa anche se era sempre Parigi e tu cambiavi mentre cambiava lei. Non tornammo mai più nel Vorarlberg e nemmeno i ricchi vi tornarono più.
 
Per Parigi non ci sarà mai fine e i ricordi di chi ci ha vissuto differiscono tutti gli uni dagli altri. Si finiva sempre per tornarci, a Parigi, chiunque fossimo, comunque essa fosse cambiata o quali che fossero le difficoltà, o la facilità con la quale si poteva raggiungerla. Parigi ne valeva sempre la pena e qualsiasi dono tu le portassi ne ricevevi qualcosa in cambio. Ma questa era la Parigi dei bei tempi andati, quando eravamo molto poveri e molto felici.

Ernest Hemingway Festa mobile , finale.


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