sabato 5 dicembre 2015

gratitudine

Javier Marias *** Così ha inizio il male

Brutta cosa è la gratitudine inaspettata, repentina, recente, d’improvviso ci fa dimenticare gli affronti o abbandonare un piano di vendetta, ci ottunde il rancore e placa ogni ansia di giustizia; sorvoliamo sulle mancanze e siamo disposti a ignorare i sospetti, o a rinunciare alla curiosità e sospendere le indagini, ad alzare le spalle e metterci il cuore in pace, e ci persuadiamo a desistere con falsi ragionamenti: «Che importa, in fin dei conti; sono talmente tante le colpe che rimangono impunite che una in piú o una in meno non cambia proprio nulla, non crollerà il mondo per questo. Che importa se non me ne ricordo». Brutta cosa è sentirsi in debito con chi ci ha fatto del male o ne ha fatto a persone vicine o lontane – in certi casi è lo stesso – con le quali si è comportato in maniera indecente ed è incorso nel peggio e nell’imperdonabile, perché tutto può venire improvvisamente cancellato dalla convinzione di essergli debitore di qualcosa di cruciale, di inestimabile.
 
A ciò ricorrono talvolta gli aguzzini, consapevolmente e deliberatamente, perfino con calcolo, «Eliminerò questo fronte, neutralizzerò questa persona che mi detesta e si sente oltraggiata facendole un favore insperato, lusingandola e gettandola cosí nello sconcerto, prestandole del denaro quando piú le urge e ne è priva, o facendoglielo pervenire da terzi se da me non lo accetta (questi terzi parleranno quando ormai lo avrà speso e non potrà piú respingerlo, e avrò buon gioco di accrescere la sua gratitudine non reclamandolo indietro), brigando affinché conservi un impiego ormai appeso a un filo, dando una mano ai suoi figli che si sono cacciati nei guai e che per lui sono la cosa piú preziosa, salvando la vita a sua moglie che ha tentato il suicidio».
 
Javier Marias *** Così ha inizio il male
 

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