Javier Marias *** Così ha inizio il male
In quel momento, a quell’ora nel cuore della notte, mi sembrava una fortuna che lei fosse viva e palpitante, anche solo per la mia ammirazione sessuale ormai per nulla smorzata né latente ma ben concreta e palpabile e crescente, il mio sguardo aveva abbandonato ogni contegno dettato da età, posizione o gerarchia, restava unicamente quello imposto dalla cortesia, o dalla finzione, forse.
Anche il desiderio è egoista, e disposto a quasi tutto – mentire, lusingare, rischiare, persuadere con l’inganno, pronunciare false promesse, fare in modo che il suo oggetto resista e rimanga al mondo per goderselo nel qui e ora – finché non viene soddisfatto. Dopo è un’altra cosa, dopo tutto torna come prima e ci sembra ridicolo aver messo in gioco o aver ignorato tante cose per ottenere ciò che immediatamente perde di valore e che talvolta cominciamo a dimenticare nell’istante stesso in cui accade.
[...]
Allora vidi che le mutandine le aveva, lo vidi attraverso la seta mentre era di schiena, il suo sedere non era piccolo ma disegnava una gradevole curva all’insú e avrebbe fatto l’invidia di ogni vera cicciona, di ogni sacco di patate o barile di lardo, di ogni foca o campana di Fort Alamo, Muriel era pazzo a dire certe cose, oppure non era pazzia la sua, ma freddo castigo, o forse la vedeva davvero cosí nel suo risentimento, quando decidiamo di guardare male una persona non c’è niente che si salvi, perfino quello che ieri ci sembrava magnifico ora ci appare fastidioso e inguardabile, niente può resistere a uno sguardo malevolo, e piú ancora, nessuno.
Forse anch’io avrei potuto vedere Beatriz sotto una luce diversa, notevolmente peggiore, se avessi soddisfatto il mio desiderio, se lo avessi placato, voglio dire, l’inizio della svalutazione non è affatto infrequente dopo una conquista. Ma io non pensavo a questa possibilità come a qualcosa di reale, ero ancora alla fase visiva, qualunque contatto intenzionale o consapevole mi pareva impossibile.
A lei non era neppure venuto in mente, non si era accorta del carattere libidinoso dei miei sguardi, neppure dei meno furtivi e ormai tutti i miei sguardi lo erano sempre meno. Probabilmente mi assimilava piú alla sfera dei ragazzi, come i suoi figli, che a quella degli adulti veri e propri[....]
Forse per questo non si copriva, anche se è vero che a quei tempi l’intera società si era scrollata di dosso la castigatezza imposta dalla dittatura e dalla sua Chiesa, erano anni di scarsa preoccupazione e disinvoltura nei costumi, e di sfida.
Javier Marias *** Così ha inizio il male
In quel momento, a quell’ora nel cuore della notte, mi sembrava una fortuna che lei fosse viva e palpitante, anche solo per la mia ammirazione sessuale ormai per nulla smorzata né latente ma ben concreta e palpabile e crescente, il mio sguardo aveva abbandonato ogni contegno dettato da età, posizione o gerarchia, restava unicamente quello imposto dalla cortesia, o dalla finzione, forse.
Anche il desiderio è egoista, e disposto a quasi tutto – mentire, lusingare, rischiare, persuadere con l’inganno, pronunciare false promesse, fare in modo che il suo oggetto resista e rimanga al mondo per goderselo nel qui e ora – finché non viene soddisfatto. Dopo è un’altra cosa, dopo tutto torna come prima e ci sembra ridicolo aver messo in gioco o aver ignorato tante cose per ottenere ciò che immediatamente perde di valore e che talvolta cominciamo a dimenticare nell’istante stesso in cui accade.
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Allora vidi che le mutandine le aveva, lo vidi attraverso la seta mentre era di schiena, il suo sedere non era piccolo ma disegnava una gradevole curva all’insú e avrebbe fatto l’invidia di ogni vera cicciona, di ogni sacco di patate o barile di lardo, di ogni foca o campana di Fort Alamo, Muriel era pazzo a dire certe cose, oppure non era pazzia la sua, ma freddo castigo, o forse la vedeva davvero cosí nel suo risentimento, quando decidiamo di guardare male una persona non c’è niente che si salvi, perfino quello che ieri ci sembrava magnifico ora ci appare fastidioso e inguardabile, niente può resistere a uno sguardo malevolo, e piú ancora, nessuno.
Forse anch’io avrei potuto vedere Beatriz sotto una luce diversa, notevolmente peggiore, se avessi soddisfatto il mio desiderio, se lo avessi placato, voglio dire, l’inizio della svalutazione non è affatto infrequente dopo una conquista. Ma io non pensavo a questa possibilità come a qualcosa di reale, ero ancora alla fase visiva, qualunque contatto intenzionale o consapevole mi pareva impossibile.
A lei non era neppure venuto in mente, non si era accorta del carattere libidinoso dei miei sguardi, neppure dei meno furtivi e ormai tutti i miei sguardi lo erano sempre meno. Probabilmente mi assimilava piú alla sfera dei ragazzi, come i suoi figli, che a quella degli adulti veri e propri[....]
Forse per questo non si copriva, anche se è vero che a quei tempi l’intera società si era scrollata di dosso la castigatezza imposta dalla dittatura e dalla sua Chiesa, erano anni di scarsa preoccupazione e disinvoltura nei costumi, e di sfida.
Javier Marias *** Così ha inizio il male
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