il fatto che la “philía” sia alla radice stessa della filosofia, contenuta fin dentro la parola che la definisce, non può che aprire ulteriori scenari di riflessione… Così come colui che dedicandosi all’attività contemplativa è felice perché ama la conoscenza per se stessa, anche l’amico che è amato per se stesso in quanto altro me stesso non può non avere attinenza filosofica: amare l’amico è come amare la filosofia, perché è un condividere all’origine il piacere di esistere, così come amare la filosofia è esperire quell’amicizia originaria che è consonanza con le cose, con-essere.
Giorgio Agamben
Dall'eros alla Philia
Noi iniziamo amando il corpo, ma, diventando intimi con l’altro, assistiamo al trasformarsi dell’Eros in Philia, cioè la passione dell’anima. Tramite l’amore si diventa amici, ovvero la carne si fa relazione stabile e intensiva quando l’altro non è più solo il termine del desiderio, ma è qualcosa che mi sta a cuore e che custodisco – perché se Eros non diventa Philia degenera in vizio.
Salvatore Natoli
Noi iniziamo amando il corpo, ma, diventando intimi con l’altro, assistiamo al trasformarsi dell’Eros in Philia, cioè la passione dell’anima. Tramite l’amore si diventa amici, ovvero la carne si fa relazione stabile e intensiva quando l’altro non è più solo il termine del desiderio, ma è qualcosa che mi sta a cuore e che custodisco – perché se Eros non diventa Philia degenera in vizio.
Salvatore Natoli
Philia
Aristotele distingue l’amicizia in tre specie: le prime due, caratterizzate dall’utilità e dal piacere, sono rette da motivazioni esteriori, e dunque sottoposte a fattori accidentali e caduchi. Non sono vere amicizie, come è facile desumere dall’esperienza.
Al contrario, “l’amicizia perfetta è quella dei buoni e dei simili nella virtù”: ci si vuole bene reciprocamente per se stessi, per come si è, per la propria virtù, e non per il tramite di cose esterne (la ricchezza, la bellezza, l’attrazione fisica, il calcolo, il desiderio, la goliardia, ecc.). Si è veramente amici di qualcuno quando lo si ama per quello che lui è nella sua intima essenza, in maniera pura e disinteressata. Tale genere di amicizia è sempre basato sull’eguaglianza e sulla reciprocità. Potremmo anzi dire che l’amicizia è l’unico vero rapporto democratico e orizzontale, che dovrebbe essere preso ad esempio anche dalla politica e dai cittadini.
Mario Domina
Aristotele distingue l’amicizia in tre specie: le prime due, caratterizzate dall’utilità e dal piacere, sono rette da motivazioni esteriori, e dunque sottoposte a fattori accidentali e caduchi. Non sono vere amicizie, come è facile desumere dall’esperienza.
Al contrario, “l’amicizia perfetta è quella dei buoni e dei simili nella virtù”: ci si vuole bene reciprocamente per se stessi, per come si è, per la propria virtù, e non per il tramite di cose esterne (la ricchezza, la bellezza, l’attrazione fisica, il calcolo, il desiderio, la goliardia, ecc.). Si è veramente amici di qualcuno quando lo si ama per quello che lui è nella sua intima essenza, in maniera pura e disinteressata. Tale genere di amicizia è sempre basato sull’eguaglianza e sulla reciprocità. Potremmo anzi dire che l’amicizia è l’unico vero rapporto democratico e orizzontale, che dovrebbe essere preso ad esempio anche dalla politica e dai cittadini.
Mario Domina