Javier Marias *** Così ha inizio il male
In fin dei conti a quei tempi Beatriz aveva quarantuno o quarantadue anni, l’età di Mariella Novotny quando fu uccisa o morí o si tolse la vita; oggi nessuno avrebbe alcun dubbio, la si considererebbe giovane a tutti gli effetti. Eppure non lo era per me, per via degli usi dell’epoca e della differenza d’età.
Ma nemmeno avrei potuto dire il contrario, diversamente non avrebbe avuto senso quella mia vaghissima o teorica ammirazione sessuale, non mi avrebbe attratto quella sua carnalità di un altro tempo e un altro spazio, o di una dimensione inanimata appartenente al passato, come ho già detto.
[...]
Suo marito mi aveva offerto, di fatto, un alibi per poterla avvicinare e poterle parlare; fino a quel momento mi ero tenuto in una sorta di attesa, con un misto di distacco e timidezza o forse timore che potesse notarsi qualcosa del mio turbamento tutto teorico o della vaga ammirazione sessuale che provavo, simile a quella illusoria che può risvegliare un quadro, come ho già spiegato, nient’altro.
Javier Marias *** Così ha inizio il male
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Doveva avere circa vent’anni piú di me, e fino ad allora io l’avevo guardata con distante apprezzamento, crescente compassione e – come dirlo senza malintesi – una vaga ammirazione sessuale cosí smorzata e latente da essere, in realtà, puramente teorica: come se appartenesse a un’altra esistenza ipotetica, a un altro io che mai si sarebbe sognato di entrare in scena, nemmeno sul piano della fantasia (la vita reale ci occupa a tal punto che non ci lascia il tempo di elaborarne una immaginaria, parallela).
Javier Marias
Javier Marias
In fin dei conti a quei tempi Beatriz aveva quarantuno o quarantadue anni, l’età di Mariella Novotny quando fu uccisa o morí o si tolse la vita; oggi nessuno avrebbe alcun dubbio, la si considererebbe giovane a tutti gli effetti. Eppure non lo era per me, per via degli usi dell’epoca e della differenza d’età.
Ma nemmeno avrei potuto dire il contrario, diversamente non avrebbe avuto senso quella mia vaghissima o teorica ammirazione sessuale, non mi avrebbe attratto quella sua carnalità di un altro tempo e un altro spazio, o di una dimensione inanimata appartenente al passato, come ho già detto.
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Suo marito mi aveva offerto, di fatto, un alibi per poterla avvicinare e poterle parlare; fino a quel momento mi ero tenuto in una sorta di attesa, con un misto di distacco e timidezza o forse timore che potesse notarsi qualcosa del mio turbamento tutto teorico o della vaga ammirazione sessuale che provavo, simile a quella illusoria che può risvegliare un quadro, come ho già spiegato, nient’altro.
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