Lettera di Guillaume Apollinaire a Madeleine
Fatina mia,
[...]
La vita é dolorosa solo per chi resta lontano dalla poesia che mostra che davvero siamo fatti a immagine di Dio. La poesia é (anche etimologicamente) la creazione. La creazione, espressione serena dell’intelligenza fuori dal tempo, é la gioia perfetta.
Solo partorire é doloroso.
I1 poeta dove creare e non partorire. Ecco perché i poeti passano sovente per pigri, perché non soffrono per niente ed é il loro destino.
[...]
[...]
A noi soldati del Fronte la libertà di scrivere non ci è più concessa; all’inizio mi ero convinto che fosse una restrizione esagerata. Le lettere le spediamo aperte così che le leggano gli ufficiali censori. Riflettendoci bene, mi sono detto che in questo modo sta per rinascere l'arte epistolare, perché tutti si sforzeranno di scrivere al meglio possibile, si cercheranno nuove formule per dire ciò che deve essere indovinato, lo spirito critico che avendo tanti soggetti non aveva più oggetto si eserciterà con la più grande finezza e la nostra intelligenza che la necessità. rende più acuta ritornerà come non avrebbe mai dovuto smettere di essere: forte e sottile.
[...]
E su questa riflessione mia fidanzata carissima vi dono la mia anima.
Gui
Guillaume Apollinaire
Il 1 gennaio del 1915, accingendosi a far ritorno al fronte, Guillaume Apollinaire, già noto per il suo Alcools e artigliere nel 38° reggimento, conobbe nel treno per Marsiglia la ventiduenne Madeleine Pagès, che rientrava a Orano dove insegnava lettere in un liceo. Dal breve incontro - qualche ora appena - nacque un vero e proprio colpo di fulmine, documentato dalle quattrocento e più lettere che lui le inviò nell'arco di un anno e mezzo.
tratto da L'unita
Fatina mia,
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La vita é dolorosa solo per chi resta lontano dalla poesia che mostra che davvero siamo fatti a immagine di Dio. La poesia é (anche etimologicamente) la creazione. La creazione, espressione serena dell’intelligenza fuori dal tempo, é la gioia perfetta.
Solo partorire é doloroso.
I1 poeta dove creare e non partorire. Ecco perché i poeti passano sovente per pigri, perché non soffrono per niente ed é il loro destino.
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A noi soldati del Fronte la libertà di scrivere non ci è più concessa; all’inizio mi ero convinto che fosse una restrizione esagerata. Le lettere le spediamo aperte così che le leggano gli ufficiali censori. Riflettendoci bene, mi sono detto che in questo modo sta per rinascere l'arte epistolare, perché tutti si sforzeranno di scrivere al meglio possibile, si cercheranno nuove formule per dire ciò che deve essere indovinato, lo spirito critico che avendo tanti soggetti non aveva più oggetto si eserciterà con la più grande finezza e la nostra intelligenza che la necessità. rende più acuta ritornerà come non avrebbe mai dovuto smettere di essere: forte e sottile.
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E su questa riflessione mia fidanzata carissima vi dono la mia anima.
Gui
Guillaume Apollinaire
Il 1 gennaio del 1915, accingendosi a far ritorno al fronte, Guillaume Apollinaire, già noto per il suo Alcools e artigliere nel 38° reggimento, conobbe nel treno per Marsiglia la ventiduenne Madeleine Pagès, che rientrava a Orano dove insegnava lettere in un liceo. Dal breve incontro - qualche ora appena - nacque un vero e proprio colpo di fulmine, documentato dalle quattrocento e più lettere che lui le inviò nell'arco di un anno e mezzo.
tratto da L'unita