la mia Sekure (...) capiva che per dodici anni avevo sofferto le pene d'amore per lei, paragonabili a vere torture cinesi, ma capiva anche il mio comportamento da meschino lussurioso desideroso solo di saziare in fretta e furia il suo sordido appetito, dopo dodici anni, appena rimasto solo con lei (...) quando le lessi negli occhi che si meravigliava della mia stupidita' e provava affetto per me, ci baciammo. questa volta non mi sentii dominato dalla lussuria ma piuttosto scosso da un amore forte che batteva le ali come un'aquila e penetrava nel cuore, nel petto nello stomaco, ovunque, in tutte e due. far l'amore no ne' forse il miglior modo per placare la'more ?
"tu te ne sei andato e non sei tornato. Forse offendersi e' un segno d'amore, ma l'innamorato offeso e' noioso e senza un futuro"
(...) Pensai che avesse inventato quest'enorme bugia per consolare un po' il mio cuore infranto e che fosse un segno di buone intenzioni da accogliere con gratitudine, e cominciai a raccontarle di come, durante i miei viaggi, avessi sempre pensato a lei, di come la sua immagine mi tornasse a far visita tutte le notti, come un fantasma. Questi erano i dolori miei piu' segreti e profondi, pensavo che non li avrei potuti raccontare a nessuno; erano totalmente veri, ma non erano affatto sinceri come notai improvvisamente con stupore. (...)
a volte esprimere la realta' cosi' come e' ci spinge a non essere sinceri.
La sincerita (...) non si rivela nei momenti di perfezione e destrezza. ma al contrario in un momento di lapsus, errore, indisposizione e patetica debolezza
Orhan Pamuk - Il mio nome è rosso