Julio Cortazar
Del sentimento di non esserci del tutto - I
Tutto ciò può essere inteso in senso metaforico ma comunque è indice di un temperamento che non ha rinunciato alla visione puerile come prezzo della visione adulta, e questa giustapposizione che crea il poeta e forse il criminale, e anche il cronopio e l’umorista (questioni di dosaggi diversi, di tronche e di sdrucciole, di scelte: ora gioco, ora uccido) si manifesta nel sentimento di non esserci del tutto in nessuna delle strutture, delle tele che tesse la vita e in cui siamo al tempo stesso ragno e mosca.
Molti miei scritti vanno catalogati sotto il segno dell’eccentricità, visto che fra vivere e scrivere non ho mai ammesso una netta differenza; se, vivendo, riesco a dissimulare una partecipazione parziale alla mia circostanza, non posso invece negarla in quello che scrivo dato che scrivo proprio perché non ci sono o perché ci sono a metà. Scrivo per difetto, per dislocazione; e siccome scrivo da un interstizio, non faccio che invitare gli altri a cercare i propri e a guardare, attraverso questi, il giardino in cui gli alberi hanno frutti che ovviamente sono pietre preziose. Il mostriciattolo non demorde.
[...]
traduzione di Eleonora Mogavero
Jamais réel et toujours vrai
(In un disegno di Antonin Artaud)
Per tante cose sarò sempre come un bambino, ma uno di quei bambini che fin dall’inizio portano dentro di sé l’adulto, in maniera che quando il mostriciattolo diventa adulto davvero succede che a sua volta questo porta dentro di sé il bambino, e nel mezzo del cammin si verifica una coesistenza raramente pacifica fra almeno due aperture sul mondo.
(In un disegno di Antonin Artaud)
Tutto ciò può essere inteso in senso metaforico ma comunque è indice di un temperamento che non ha rinunciato alla visione puerile come prezzo della visione adulta, e questa giustapposizione che crea il poeta e forse il criminale, e anche il cronopio e l’umorista (questioni di dosaggi diversi, di tronche e di sdrucciole, di scelte: ora gioco, ora uccido) si manifesta nel sentimento di non esserci del tutto in nessuna delle strutture, delle tele che tesse la vita e in cui siamo al tempo stesso ragno e mosca.
Molti miei scritti vanno catalogati sotto il segno dell’eccentricità, visto che fra vivere e scrivere non ho mai ammesso una netta differenza; se, vivendo, riesco a dissimulare una partecipazione parziale alla mia circostanza, non posso invece negarla in quello che scrivo dato che scrivo proprio perché non ci sono o perché ci sono a metà. Scrivo per difetto, per dislocazione; e siccome scrivo da un interstizio, non faccio che invitare gli altri a cercare i propri e a guardare, attraverso questi, il giardino in cui gli alberi hanno frutti che ovviamente sono pietre preziose. Il mostriciattolo non demorde.
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traduzione di Eleonora Mogavero
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