Io l’ho seguita perché, come ho già detto, quando sono con mia sorella sono portata a vedere le cose dal suo punto di vista piuttosto che dal mio, sono costretta a entrare nella sua visione, allo stesso modo in cui ero costretta a entrare in camera sua quando eravamo bambine, convinta com’ero che fosse piú bella della mia.
E lí fuori in strada, mentre ci accertavamo che la sua auto fosse a posto, come ovviamente era, ho provato la netta sensazione di aver disertato la mia vita come un tempo disertavo la mia stanza; e d’un tratto mi ha sopraffatta un singolare senso dell’esistenza come dolore segreto, un tormento interiore impossibile da condividere con gli altri, che ti chiedono di occuparti di loro senza accorgersi di ciò che hai dentro, come accade alla sirenetta della fiaba, che cammina su coltelli affilati che nessuno può vedere.
Rachel Cusk
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