Riletture:
Marina Cvetaeva
Marina Cvetaeva
[...]
La bocca l’ho sempre sentita come mondo: volta celeste, Il corpo l’ho sempre tradotto in anima, l’ho reso magnifico a tal punto che all’improvviso non ne è rimasto nulla.
Perché ti dico tutto questo? Per paura, forse – che tu mi ritenga comunemente passionale. “Ti amo e voglio dormire con te” – all’amicizia non è data tanta concisione. Ma è con un’altra voce che io lo dico, quasi nel sonno profondo. Il mio suono è diverso da quello della passione.
Tutto ciò che mai dorme desidera saziarsi di sonno fra le tue braccia.
Fin dentro l’anima (gola) sarebbe il bacio. (non incendio: voragine).
Rainer, si fa sera, ti amo. Ulula un treno. I treni sono i lupi, i lupi la Russia. Non un treno – la Russia intera sta ululando verso di te.
Marina Cvetaeva -
lettera a Rainer Maria Rilke - 1926
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