Carol Ann Duffy
Lo ingannai. Mi stavo disegnando
il sorriso di una donna al centro
del mondo, indipendente, intenta, soddisfatta,
e certamente non in attesa,
Penelope
All'inizio, guardavo la strada sperando di vederlo arrivare camminando disinvolto tra gli ulivi, un fischio al cane che lo piangeva col muso caldo sulle mie ginocchia. Sei mesi di questa storia poi ho capito che passavano giornate intere senza che me ne rendessi conto. Presi ago e filo, forbici e tela pensando di distrarmi, invece mi ritrovai l'industria di una vita. ricamai una ragazza sotto una sola stella - punto a croce, seta argento che rincorre la palla saltellante dell'infanzia. Per l'erba scelsi tre toni di verde; un rosa antico, un grigio ombra per mostrare una boccadileone che gargarizza un'ape. L'albero lo ricamai col filo nocciola, il mio ditale come una ghianda spuntava dalla terra bruna. Nell'ombra avvolsi una fanciulla in un profondo abbraccio col ragazzo-eroe e mi smarrii del tutto in un folle ricamo d'amore, desiderio, perdita e rimpianto; poi guardai lui salpare nei lenti punti d'oro del sole. E quando gli altri vennero a prendergli il posto, a disturbare la mia pace, presi tempo. misi su una faccia da vedova, tenni la testa bassa, facevo il lavoro di giorno e lo disfacevo di notte. Sapevo a che ora della sera la luna cominciava a sfilacciarsi, la rammendai. Fili grigi e marroni inseguivano il pesce guizzante del mio ago a formare un fiume che mai avrebbe raggiunto il mare. Lo ingannai. Mi stavo disegnando il sorriso di una donna al centro del mondo, indipendente, intenta, soddisfatta, e certamente non in attesa, quando fuori dalla porta - troppo tardi - udii un passo ben noto. Inumidii il mio filo scarlatto e ancora una volta infilai il centro della cruna.Carol Ann Duffy
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