Ercole Patti
Un giorno rientrando dalla scuola aveva trovato la mamma e lo zio Concetto seduti di fronte come tante altre volte dietro i vetri del balcone dal quale si vedeva un pezzetto di via Caronda e la bottega del barbiere di fronte con dentro due o tre persone; osservare quelli che entravano e uscivano dal barbiere, stavano a farsi fare la barba o tagliare i capelli era uno degli spettacoli di maggiore interesse che si potevano vedere da quel balcone dato lo scarso movimento che c'era in quel tratto di strada.
Entrando nella stanza Nino notò che la mamma e lo zio stavano con le ginocchia unite anzi lo zio teneva le ginocchia della mamma fra le sue e una mano sulla gamba di lei. Chissà quante altre volte erano stati in atteggiamenti simili davanti al ragazzo; infatti non si mossero. Ma Nino si accorse per la prima volta in vita sua che quel gesto era molto intimo. Fece finta di non guardarli nemmeno e si avviò verso la sua stanza ma con la coda dell'occhio vide che lo zio stava accarezzando la gamba della mamma con un movimento lento soffermandosi ogni tanto per stringerla.
Improvvisamente gli venne come una specie di gelosia per i rapporti che c'erano fra la madre e lo zio. Si chiuse nella sua stanza, il suo cervello cominciò a lavorare: certamente lo zio Concetto era l'amante della mamma chissà da quanto tempo, forse da sempre, da quando lui era bambino e non poteva capire queste cose. Quel pensiero lo in-fastidiva molto, gli provocava una specie di avvilimento come una cosa vergognosa fatta alle sue spalle che lo offendeva e che lui doveva subire.
Ercole Patti
Entrando nella stanza Nino notò che la mamma e lo zio stavano con le ginocchia unite anzi lo zio teneva le ginocchia della mamma fra le sue e una mano sulla gamba di lei. Chissà quante altre volte erano stati in atteggiamenti simili davanti al ragazzo; infatti non si mossero. Ma Nino si accorse per la prima volta in vita sua che quel gesto era molto intimo. Fece finta di non guardarli nemmeno e si avviò verso la sua stanza ma con la coda dell'occhio vide che lo zio stava accarezzando la gamba della mamma con un movimento lento soffermandosi ogni tanto per stringerla.
Improvvisamente gli venne come una specie di gelosia per i rapporti che c'erano fra la madre e lo zio. Si chiuse nella sua stanza, il suo cervello cominciò a lavorare: certamente lo zio Concetto era l'amante della mamma chissà da quanto tempo, forse da sempre, da quando lui era bambino e non poteva capire queste cose. Quel pensiero lo in-fastidiva molto, gli provocava una specie di avvilimento come una cosa vergognosa fatta alle sue spalle che lo offendeva e che lui doveva subire.
Ercole Patti
Un bellisimo novembre
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