Eduardo Mitre
Pazienza, piccolo Amore! Negli anni a venire
io sarò dolce per te, nella memoria. Umide, di noi.
Umida fiamma
La tua nudità esposta, intera come pane sul tavolo. Bacio dopo bacio, carezza dopo carezza, si dora al sole del desiderio. Fiamma che bagna e brucia, fiamma che chiama: la tua lingua. Arcieri incandescenti scoccano frecce i cinque sensi Tra le tue gambe il centro: brace di sangue, cuore del falò. Battito doppio e un ritmo solo Come la vita e la morte al principio. Conchiglia l'orecchio: il fluttuare dei sospiri e la marea degli ah! e i sospiri. Lo sguardo si perde. Le sillabe salivano. Le pupille si alzano in un'alta caduta. Memoria di vertigine: in dentro il gemito e i tuoi occhi aperti ottenebrati. Ronzio d'ape: il silenzio ritorna senza essersene andato. Ti scopro al mio fianco ancora tremante come appena scampata a un naufragio o a un incendio. E hanno di nuovo sete di nominare le labbra: il cuscino, i tuoi capelli, un muro di mattoni, un pezzo di cielo: tribù dalla rotta sconosciuta. Attraversano l'aria ora quieta il tuo nome e il mio. Di nuovo si ricordano di noi, ci ricreano tali e quali. Sul tempo intatto i nostri corpi distesi, esposti al vuoto, malinconicamente pieni.Eduardo Mitre
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